Bonino e Kyenge: due ministri senza un perchè

La foto di rito dei ministri donna con Letta e Napolitano: la Kyenge in blu sulla sinistra, la Bonino a destra in rosso.
Il Governo Letta è appena nato, si appresta ad affrontare - su consiglio della Merkel - 24 di "clausura" per fare "spogliatoio" in un'abazia toscana, ma, prima ancora di sentir parlare ogni singolo ministro e sottoministro per poter comprendere appieno le potenzialità e le intenzioni del governo, la formazione governativa già consente - ahinoi - di porci interrogativi sui quali è difficile fare chiarezza non solo su Letta e i suoi ministri, ma su tutto lo scenario politico che con questo governo si è voluto creare. A ben vedere questi interrogativi sono davvero molti, a partire dall'utilità di un ministero per le riforme istituzionali se poi si vuole istituire la tanto acclamata Convenzione (o sul ruolo di quest'ultima in presenza del suddetto ministero), o sulle capacità governative finora mai sfoggiate dall'olimpionica Josefa Idem, per non parlare poi della Presidenza della Camera dei Deputati assegnata imprudentemente all'opposizione. Ma su tutti sono due i nomi che suscitano stupore ed indignazione più di qualsiasi altro: si tratta di Emma Bonino e Cécile Kyenge, o meglio Kashetu Kyenge, come risulta all'anagrafe. Se sul nome del neo ministro all'integrazione sono piene le colonne dei giornali in questi giorni, mentre della radicale inquilina della Farnesina pesa un gravissimo silenzio, rotto solamente da ancor più vergognosi rari commenti encomiastici.
Kashetu Kyenge che manifesta per l'abrogazione del reato di clandestinità.
Giusto per doveredi cronaca vogliamo ricordare che la Bonino si trova alla Farnesina con gli stessi voti - in proporzione - che ha preso Mario Monti per la Presidenza della Repubblica: 2 su 1000. A noi profani della politica sfugge la logica di una tale decisione, ma non ci è invece sfuggito l'articolo del Corriere del 28 aprile scorso che cantava le lodi della Bonino, che "risulta nel giovanile nel governo di Enrico Letta uno dei nomi di fatto più intrisi di novità". Come faccia una 65enne in Parlamento da oltre 35 anni rimane anch'esso un mistero... Ciò di cui la stessa radicale non vuole invece fare mistero è il suo passato, fatto di 10 141 aborti nei dieci mesi compresi fra febbraio e dicembre 1975, effettuati con una pompa di bicicletta, come ha affermato lei stessa, ritenendolo "un buon motivo - per farsi quattro risate". Ma l'immagine della Bonino corrisponde, per le fonti di informazione come il Corriere, alla figura che si è voluta costruire con tante battaglie più o meno umanitarie che la vogliono far diventare una paladina della giustizia, quella stessa giustizia che lei stessa ha spesso violato e ancor più spesso ostentato di aver violato. E allora, se la Bonino è la nuova politica, poveri noi...
Sulla Kyenge il discorso è invece diverso: tralasciando il passato, ci limitiamo ad analizzare il presente e ci chiediamo: che cosa ci fa un medico oculista al ministero dell'integrazione? Ah, giusto, è nera - come ama definirsi lei -: quale ministero migliore dell'integrazione... Ma allora, caro Letta, se sono figlio di maestro da grande posso fare il ministro dell'istruzione?
Grasso ha risposto alla Kyenge: "Con lo ius soli invasione di partorienti".
Battute a parte il problema per la Kyenge non è - come detto - il passato, ma il futuro: come può essere tacciata di razzismo una dura critica alle sue idee di ius soli e di cittadinanza? Giornali e televisioni stanno sottolineando in continuazione la questione di un ministro di colore contestato da razzisti, neofascisti ed estremisti, ma la situazione è ben diversa. Le critiche sono piovute addirittura dal collega e compagno di partito Piero Grasso che, dall'alto della sua Presidenza del Senato, ha fatto notare che lo ius soli come lo intende la Kyenge, porterebbe chissà quante donne in Italia per partorire, registrare il figlio come italiano e regolarizzare così la propria situazione, facendo del parto un "condono" della propria irregolarità. E si provi a dire che Grasso è un leghista, o razzista, o fascista...
E se poi l'operazione-Kyenge vuole mantenere l'Italia al passo dei tempo, sia ben chiaro che questa argomentazione altro non è che uno specchietto per le allodole: il 79% degli irlandesi nel 2005 si sono espressi contrari alla cittadinanza per ius soli, il Regno Unito la ha abolita nel lonatno 1983, 160 dei 192 paesi del mondo non la contemplano fra le proprie leggi. Si tratta di un mondo xenofobo e retrogrado al quale l'Italia della Kyenge vuole finalmente porre fine donando con incredibile generosità qualcosa che non le appartiene nemmeno del tutto? Può essere, ma noi non  ci crediamo...

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