La foto di rito dei ministri donna con Letta e Napolitano: la Kyenge in blu sulla sinistra, la Bonino a destra in rosso. |
Il Governo Letta è appena nato, si appresta ad affrontare - su consiglio della Merkel - 24 di "clausura" per fare "spogliatoio" in un'abazia toscana, ma, prima ancora di sentir parlare ogni singolo ministro e sottoministro per poter comprendere appieno le potenzialità e le intenzioni del governo, la formazione governativa già consente - ahinoi - di porci interrogativi sui quali è difficile fare chiarezza non solo su Letta e i suoi ministri, ma su tutto lo scenario politico che con questo governo si è voluto creare. A ben vedere questi interrogativi sono davvero molti, a partire dall'utilità di un ministero per le riforme istituzionali se poi si vuole istituire la tanto acclamata Convenzione (o sul ruolo di quest'ultima in presenza del suddetto ministero), o sulle capacità governative finora mai sfoggiate dall'olimpionica Josefa Idem, per non parlare poi della Presidenza della Camera dei Deputati assegnata imprudentemente all'opposizione. Ma su tutti sono due i nomi che suscitano stupore ed indignazione più di qualsiasi altro: si tratta di Emma Bonino e Cécile Kyenge, o meglio Kashetu Kyenge, come risulta all'anagrafe. Se sul nome del neo ministro all'integrazione sono piene le colonne dei giornali in questi giorni, mentre della radicale inquilina della Farnesina pesa un gravissimo silenzio, rotto solamente da ancor più vergognosi rari commenti encomiastici.
Kashetu Kyenge che manifesta per l'abrogazione del reato di clandestinità. |
Sulla Kyenge il discorso è invece diverso: tralasciando il passato, ci limitiamo ad analizzare il presente e ci chiediamo: che cosa ci fa un medico oculista al ministero dell'integrazione? Ah, giusto, è nera - come ama definirsi lei -: quale ministero migliore dell'integrazione... Ma allora, caro Letta, se sono figlio di maestro da grande posso fare il ministro dell'istruzione?
Grasso ha risposto alla Kyenge: "Con lo ius soli invasione di partorienti". |
E se poi l'operazione-Kyenge vuole mantenere l'Italia al passo dei tempo, sia ben chiaro che questa argomentazione altro non è che uno specchietto per le allodole: il 79% degli irlandesi nel 2005 si sono espressi contrari alla cittadinanza per ius soli, il Regno Unito la ha abolita nel lonatno 1983, 160 dei 192 paesi del mondo non la contemplano fra le proprie leggi. Si tratta di un mondo xenofobo e retrogrado al quale l'Italia della Kyenge vuole finalmente porre fine donando con incredibile generosità qualcosa che non le appartiene nemmeno del tutto? Può essere, ma noi non ci crediamo...
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